TOPSHOT - A handout picture taken and released by the UK Parliament in London on December 17, 2019, shows Britain's Prime Minister Boris Johnson speaking at the dispatch box in the House of Commons in London, during the first sitting of Parliament since the general election. - The British parliament reconvened on Tuesday with many new faces, after Prime Minister Boris Johnson's Conservatives won a sweeping victory in last week's election. Britain is seeking to outlaw any extension to the Brexit transition period beyond 2020, the government said on Tuesday, sinking the pound and leaving Brussels fearing a race against the clock to strike a new trade deal. (Photo by JESSICA TAYLOR / various sources / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT " AFP PHOTO / UK PARLIAMENT / JESSICA TAYLOR " - NO USE FOR ENTERTAINMENT, SATIRICAL, MARKETING OR ADVERTISING CAMPAIGNS - EDITORS NOTE THE IMAGE HAS BEEN DIGITALLY ALTERED AT SOURCE TO OBSCURE VISIBLE DOCUMENTS / (Photo by JESSICA TAYLOR/AFP via Getty Images)
Ecco Brexit e finalmente si mette la parola fine ad un tema che è stato sulle cronache per oltre quattro anni.
Infatti in data 24/12/2020 è stato trovato l’accordo che regola i rapporti commerciali tra i due blocchi a partire dal 1/1/2021. Nel corso di questi anni si è dato spazio a diverse speculazioni sull’argomento, prevedendo scenari apocalittici che invece non si sono avverati.
L’accordo raggiunto tra le parti, regola diversi aspetti nelle relazioni, tra i punti più importanti troviamo :
a) Libero scambio commerciale tra UE e Regno Unito senza alcuna applicazione di dazio;
b) Libera circolazione dei capitali senza alcune restrizioni;
c) Fine della libera circolazione delle persone.
In sostanza nulla cambia per i primi due punti; mentre invece si registra un cambiamento per quanto concerne il punto C.
Infatti dal 1 gennaio 2021 chi vorrà recarsi in Regno Unito per lavorare o studiare dovrà richiedere un visto. Nel caso di un visto lavorativo, è stato introdotto un sistema a punti che prende in considerazione diversi fattori tra i quali : istruzione, esperienza professionale, conoscenza della lingua inglese, offerta di lavoro ed età.
Quali sono ora le prospettive per il Regno Unito dopo Brexit? Quale strategie verranno adottate per posizionarsi come entità autonoma nel mercato internazionale?
Ad oggi il Regno Unito ha già concluso accordi commerciali che entreranno in vigore dal 1/01 con 90 paesi.
Dalla tabella sottostante si evince, che per l’anno 2019 (ultimo dato disponibile), il Regno Unito esporta rispettivamente per 57 % verso paesi non appartenenti all’Unione Europea e per il 47 % verso l’Unione Europea stessa. Numeri opposti per quanto concerne le importazioni, infatti l’Unione Europea è il maggior esportatore verso il Regno Unito. Ecco perché l’accordo tra i due blocchi era quasi scontato!
Alla luce dei dati esposti, l’uscita dall’Unione Europea rappresenta una maggiore libertà di movimento in termini di conclusione di accordi commerciali di libero scambio.
Le strategie in atto, del governo guidato dal Primo Ministro Boris Johnson, sono quelle di legiferare una serie di provvedimenti che hanno come obbiettivo, l’attrazione dell’investitore estero verso il Regno Unito.
Alla fine di tutto questo processo, non si è registrato né il crollo della sterlina, né il totale trasferimento nell’Europa Continentale dei principali players mondiali presenti a Londra, ai quali le città come Parigi e Francoforte speravano di poter vedere.
Il testo integrale dell’accordo con l’Unione Europea è consultabile al sito : http://www.gov.uk